Il recente Rapporto Crea Sanità 2024 ha evidenziato una netta divisione nelle performance sociosanitarie tra le regioni italiane, con il Veneto in testa e la Calabria in coda. Secondo lo studio, condotto da 104 esperti del Centro per la ricerca economica applicata in sanità (Crea Sanità), il 55% degli italiani vive in regioni con risultati soddisfacenti nella tutela della salute, mentre il restante 45% si trova in aree meno performanti.
Analisi Dettagliata delle Performance Regionali
Il rapporto dettaglia che regioni come Veneto, Piemonte, Bolzano e Toscana superano il 50% del livello massimo di performance sanitaria, con il Veneto che raggiunge il 60%. Al contrario, regioni come Sicilia, Molise, Basilicata e Calabria si attestano sotto il 35%, segnalando gravi carenze nei servizi sociosanitari.
Innovazione nel Monitoraggio Sanitario Regionale
Quest’anno, Crea Sanità ha introdotto un innovativo sistema di monitoraggio dinamico per analizzare gli effetti dell’autonomia differenziata in sanità. Attraverso un approccio multidimensionale che considera equità, appropriatezza, esiti, innovazione e aspetti economico-finanziari, il rapporto offre un quadro complesso dell’efficacia organizzativa delle cure offerte nelle diverse regioni.
Contributo delle Diverse Dimensioni alla Performance Sanitaria
Le dimensioni di appropriatezza, esiti e sociale sono tra le più influenti, contribuendo per oltre il 60% alla performance complessiva. L’analisi sottolinea come queste aree siano cruciali per la valutazione complessiva dei servizi sanitari regionali.
Dinamica delle Performance nel Medio Periodo
Negli ultimi cinque anni, le regioni italiane hanno mostrato miglioramenti significativi nelle performance sanitarie, con un incremento medio del 46%. Le regioni del Mezzogiorno hanno registrato i maggiori progressi, evidenziando una riduzione delle disparità sanitarie rispetto al Nord.
Autonomia Differenziata: Impatti e Prospettive
Il rapporto anticipa anche i risultati del monitoraggio delle regioni che hanno implementato o richiesto l’autonomia differenziata, fornendo un indice sintetico ponderato per misurare gli sviluppi regionali in termini di miglioramento o peggioramento delle condizioni sanitarie.









