La bronchiolite causata dal virus respiratorio sinciziale (VRS) rappresenta una grave minaccia per i neonati, con oltre 1.5 milioni di ricoveri e 27.000 decessi annuali a livello mondiale. In Veneto, quasi mille neonati ogni anno vengono ricoverati a causa di questa malattia. Di fronte a tale scenario, la Regione Veneto ha deciso di intensificare le misure di prevenzione investendo in anticorpi monoclonali, una soluzione innovativa che protegge le cellule, diversa da un vaccino tradizionale.
Il trattamento sarà disponibile a partire da ottobre, mirando a ridurre il numero di infezioni e, di conseguenza, di ricoveri ospedalieri. Questa iniziativa non solo mira a proteggere i neonati durante i mesi più critici ma anche a limitare le complicanze a lungo termine. Infatti, tra il 30-40% dei neonati affetti da bronchiolite sviluppa condizioni croniche come asma e broncospasmo ricorrente che possono persistere per tutta la vita.
Nel corso di una recente intervista, Eugenio Baraldi, direttore della Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Padova, insieme a Francesca Russo, direttrice della Prevenzione, e Manuela Lanzarin, assessora alla Sanità della Regione Veneto, hanno sottolineato l’importanza dell’adozione di queste misure preventive. “L’obiettivo è ridurre significativamente le statistiche preoccupanti relative alle infezioni da VRS e offrire ai neonati una chance migliore di un futuro senza complicazioni respiratorie”, hanno condiviso i funzionari.
Anche i genitori sono chiamati a fare la loro parte, adottando comportamenti prudenti e informandosi sulle migliori pratiche per proteggere i loro bambini, soprattutto nei primi mesi di vita. Questo sforzo congiunto tra le autorità sanitarie e le famiglie è fondamentale per cambiare il corso di questa malattia e migliorare la qualità della vita dei più piccoli e delle loro famiglie.









